la festa di santa Sniffa

Certo che non tocca  a me celebrare la festa della santa che non c’è.
Perché non c’è, VERO?
Oppure qualcuno ha pensato che, dato che la festa ricorre tanto spesso allora vuol dire che la santa è grande come la frequenza della festa?
Oppure qualcuno l’ha già collocata nel calendario bisestile, quello con più giorni, con più ore, con più minuti, con un numero incommensurabile di secondi ?
Noi che l’abbiamo festeggiata tante volte possiamo affermare che la festa c’è e che la santa non c’è.
A meno che la santità non si nasconda dietro le ore che ci vogliono per far venir bene una genovese con le cipolle che ci sono, perché lo senti, ma che non si vedono nemmeno se ci butti dentro l’occhio di vetro.
Ammenochè non si tratti di quella vecchia storia che lei volava di notte e che di notte scriveva un po’ tutto quello che le veniva in mente, soprattutto a proposito di luoghi di fantasia come una città sul golfo chiamata come una pizza, oppure a proposito di magi e di triglie innamorate in fondo al mare sì, ma di pomidoro.
A meno che non si tratti di quel cercare di trar fuori qualcosa di buono, e ripetutamente, da marito, figli, parenti ed amici (apprezzabile davvero quando si trattava di amici).
Ammenochè non sia per quell’altra vecchia storia che quando uno una casa non ce l’aveva , epperdavvero, perché anche questo succedeva per gli extracomunitari di allora, quelli che venivano dal nord e quelli che venivano dal sud , così come quelli che venivano da est, una casa vicino alla sniffa la trovava.
Le feste sono state vere, senza strilli né stridolini, con una tavola sempre pronta, con una cucina sempre aperta, con un libro sempre a portata di mano, con un discorso sempre aperto, con il piacere di guardare sempre un po’ dentro e un po’ davanti. Feste per tutte le occasioni, feste per tutti i giorni, feste non comandate. Feste volute. Feste cercate. Feste felici e feste anche tristi.

A quando la prossima santa Sniffa?

                             Franco Frigo

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