Filastrocche |
CANZONE
NINNA NOTTE
QUASI UNO
QUASI DUE
L’OROLOGIO A CUCU’
NERI PER CASO
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CANZONE
La pianta si fece piccina picciò
Quando la bestia si avvicinò
Cercò di spostarsi, prese il vento
Mosse le foglie per fare spavento
Arrivava di corsa, il giardino era lì,
come ogni giorno per far la pipì,
alzò la zampa, preparò il tiro
si fece silenzio tutt’in giro
Nessuno intorno assisteva al duello
Nessuno intervenne sul più bello
Quel giorno accadde davvero un fatto strano
Dal tronco grande dell’albero uscì un nano
Un doppiopetto portava, tutto in tinta
Pochi capelli, faccia tonda e un po’ dipinta
Cominciò all’inizio a dire “mi consenta”
Ma poi passò a parlar pane e polenta
È tutta la fameja che se bagna
O ti te trovi n’altra pianta
O te faso mi quel che t’incanta
Era una bestia assai vivace
Ma era anche avvezza a vivere in pace
Ascoltò attento le frasi del nano
E poi la zampa riappoggiò sul piano
Ora dove vado a far la pipì
Se i nani invadono anche le mie zone
Mi resta solo da cantar la mia CAN ZONE
Ca can can can can can cai
un giorno di questi mi dirai sì
can can can…
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NINNA NOTTE
Dormi dormi bimbo bello
Che ora viene il tuo gemello
Non lo senti, si avvicina
Viene qui per far la rima
Far la rima a me non piace
Dammi il cinque e siamo in pace
Approfitta della notte
Dormi e pensa a Don Chisciotte
Nella Mancia dei mulini
Sono in vista due ronzini
Li cavalcano due matti
Più sornioni di due gatti
Uno è grasso e ride piano
È convinto d’esser sano
L’altro è proprio un lungagnone
Dormi e pensa ad un bel nome
Un bel nome serve adesso
Per chiamar l’altro te stesso
Grasso magro oppur piccino
Dormi dormi bel bambino
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QUASI UNO
Perché pochi pallidi partecipanti
Precipitarono palesemente proni
Per piccoli pertugi pastrugnati?
Per portare pane ai pigolanti?
Poveri passerotti pensavano
Passeranno pene
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QUASI DUE
Non notai notevoli notabili
Vidi velocemente vari volti
Vagai verso visioni velate
Navigai narcotizzato nel nulla
Non nettare nulla nel…
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C’era una volta
Ma adesso non più
Un favoloso
Orologio a cucù
Tutto di legno
Scolpito ben bene
A noi dava il tempo
Dai pranzi alle cene
Quando era l’ora,
o un minuto di più,
lui ti guardava
e faceva…cucù
Perché sia scomparso
lo sanno in pochi
e forse va detto
nel momento dei giochi
Dava fastidio
E non poco davvero
Ai costruttori
Dello schermo nero
Quell’oggetto malsano
Chiamato tivù
Si è preso lo spazio
E il silenzio di più
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Sul mio balcone
Di primo mattino
Sono finiti due merli
Dal nero corvino
Han guardato in cucina
Han visto chi c’è
Saltando saltando
Hanno detto: ”perché?” .
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Franco Frigo
(diritti riservati)